testo unico della sanità

Il settore della sanità è caratterizzato da una pluralità di fonti normative, costituite principalmente da decreti legislativi e leggi regionali.

Tale sistema necessita di una riorganizzazione razionale e coordinate delle disposizioni, che offra ai professionisti della sanità e al cittadino un quadro organico e compiuto della legislazione vigente in materia.

La predisposizione di un testo unico risponde al bisogno, sempre più avvertito nella nostra società civile, di riordino della normazione in vigore, al fine di acquisire chiarezza e di facilitare la comprensione da parte del grande pubblico, dei pazienti, degli operatori della sanità e di tutti coloro che hanno la responsabilità di svolgere una professione sanitaria.

La razionalizzazione di questa materia serve anche ad adeguarla ai recenti indirizzi interpretativi espressi dalla giurisprudenza civile, amministrativa, penale e comunitaria, nonché ai numerosi interventi che si sono succeduti a livello comunitario.

L’obiettivo è quello dell’aggiornamento, della modernizzazione e della semplificazione delle prescrizioni normative, perché una maggiore chiarezza nella materia si traduce in una maggiore fiducia dei cittadini e dei pazienti nel sistema sanitario pubblico, e in una maggiore comprensione da parte dei medici e degli operatori sanitari, con inevitabili vantaggi anche in termini di abbattimento del fenomeno della medicina difensiva, che consuma allo stato miliardi di euro ogni anno.

Il testo unico della sanità può essere realizzato mediante un atto normativo, che consiste nella legge delega con cui il parlamento conferisce al governo il potere di organizzare e razionalizzare la materia della sanità mediante un decreto legislativo.

Il decreto avrebbe la funzione di raccogliere in un atto normativo le leggi statali sulla sanità, in modo da organizzarle tutte in un unico testo, dare loro un ordine logico-razionale e coordinarle in modo da evitare incongruenze, sovrapposizioni e lacune.

L’occasione della sistemazione della materia può consentire al legislatore di apportare le modifiche e/o gli aggiornamenti che ritenesse più opportuni, per adeguare il diritto della sanità alle evoluzioni sociali ed economiche che stiamo vivendo, nonché alle emergenze che stiamo attraversando.

La delega del parlamento perseguirebbe le finalità di riordino e riassetto della legislazione in materia sanitaria, all’insegna dell’innovazione, della semplificazione sostanziale dei procedimenti amministrativi, della liberalizzazione delle attività̀ economiche e della definizione dei principi fondamentali per la legislazione regionale.

Diversi sono i settori della sanità interessati da tale iniziativa, quali a titolo meramente esemplificativo, la responsabilità degli operatori sanitari e delle strutture sanitarie, la gestione ed erogazione delle cure mediche, l’organizzazione delle strutture sanitarie pubbliche e private, la gestione e amministrazione dei rapporti di lavoro e/o di collaborazione e/o di dipendenza nella sanità pubblica e privata, la regolamentazione dei prodotti farmaceutici. Ma altri settori abbiamo da studiare, approfondire ed affrontarne le criticità.

Tale attività normativa verrebbe, evidentemente, svolta nel rispetto del principio della concorrenza tra la legislazione statale e quella regionale, secondo il dettato dell’art. 117 cost., e attraverso un dialogo costante e proficuo tra stato e regioni.

In conclusione, il principale vantaggio di tale intervento è quello di incrementare la tutela del diritto alla salute del cittadino, diritto fondamentale costituzionalmente protetto, poiché, per la prima volta, verrebbe consegnato agli utenti, ai pazienti e agli operatori sanitari un unico punto di riferimento della normativa sanitaria, applicabile nei vari settori della sanità e nelle aule di giustizia a protezione dei diritti e degli interessi legittimi della persona umana.